Optical Art

Victor Vasarely. Zebre, 1942. |Park West Gallery Collection
Victor Vasarely. Zebre, 1942. |Park West Gallery Collection
“Kettes” by Victor Vasarely | Park West Gallery Collection
“Kettes” by Victor Vasarely | Park West Gallery Collection

Victor Vasarely 

(9 aprile 1906 in Ungheria-15 marzo 1997 a Parigi)

"L'Op Art esplora i limiti della visione umana: l'artista gioca con l'osservatore creando immagini geometriche che sembrano vibrare e pulsare".  (Victor Vasarely)

L'infanzia e la giovinezza di Victor si svolgono nel suo paese natale, l'Ungheria. Appena dodicenne rivela precocemente le sue doti artistiche. Dopo il diploma, incoraggiato dal padre, intraprende a Budapest prima gli studi di medicina e poi di lettere, ma senza alcun successo. Nel 1927 fa la scelta definitiva, cioè quella di abbandonare l'università iscrivendosi all'Accademia Artistica Privata Podolini-Wolkmann dove riesce finalmente a trovare la strada per perfezionare le sue abilità grafiche. Nel 29 si iscrive al Mühely. Qui Vasarely fa l'esperienza di un'arte che non necessita di forma e di appigli con la realtà, ma che si propone di figurare ciò che non può essere rappresentato normalmente. Lasciata l'Ungheria, nel 1930 si stabilisce a Parigi, dove inizia a lavorare come grafico. Fino al 1939 si dedica completamente al suo lavoro di artista pubblicitario. Intanto continua a studiare, sperimentando gli effetti ottici nella grafica, creando singolari rappresentazioni di zebre ed altri animali con contrasti tra il bianco e il nero. Negli anni seguenti riscopre la pittura lasciandosi influenzare dal Cubismo e dal Surrealismo, dipingendo ritratti, nature morte e paesaggi. Nel 1947 cambia totalmente stile approdando all'analisi degli astrattismi geometrici - le cosiddette "forme nelle forme" - che rappresentano il più importante giro di boa nel percorso dell'artista.

“Dyevat” by Victor Vasarely | Park West Gallery Collection
“Dyevat” by Victor Vasarely | Park West Gallery Collection

Nel 1955, alla Galleria parigina Denise René insieme ad altri artisti, compresi Duchamp e Calder, espone in una fortunata mostra intitolata "Le Mouvement". Il potente senso del movimento delle opere vasarelyane conquista la critica e il successo internazionale dell''artista non conoscerà più limiti. Gli anni sessanta e settanta sono stati il periodo più produttivo per Vasarely dal punto di vista artistico e culturale. Le due mostre, la prima nel 1965 al MOMA di New York intitolata "The Responsive Eye" e la seconda nel 1967, al Musée del'Art Moderne de la Ville de Paris, con il titolo di "Lumière et Mouvement", non hanno fatto che accrescere la sua fama, conferendogli l'immagine di artista enigmatico, da scoprire fino all'ultima "trasposizione geometrica".  Negli ultimi anni della sua vita Vasarely si dedicò alla fondazione di due centri.

  • Il primo fu il Centro didattico di Gordes che venne smantellato.
  • Il secondo invece si tratta del Centro didattico di Aix-en-Provence che esiste tutt'oggi.                                                                      
Victor Vasarely –  Vega, Acrylic on canvas
Victor Vasarely – Vega, Acrylic on canvas

Vasarely, padre ispirato della neonata Op Art, riflette a lungo sul come unire al meglio l'opera e colui che la guarda. Alla fine coniò la seguente frase, che rappresentava la sua idea di Op Art:  

"La posta in gioco non è più il cuore, ma la retina, e l'anima bella ormai è divenuta un oggetto di studio della psicologia sperimentale. I bruschi contrasti in bianco e nero, l'insostenibile vibrazione dei colori complementari, il baluginante intreccio di linee e le strutture permutate sono tutti elementi della mia opera il cui compito non è più quello di immergere l'osservatore in una dolce melanconia, ma di stimolarlo, e il suo occhio con lui". 

Vega Pal

Vega Pal di Victor Vasarely crea una forte illusione di tridimensionalità e un apparente movimento. Al centro del dipinto, infatti, la superficie sembra gonfiarsi e proiettarsi nello spazio, verso l'osservatore. Il dipinto è astratto, non vi sono immagini figurative se non la serie di cerchi colorati che coprono ordinatamente la sua superficie. I colori utilizzati nel dipinto Vega Pal di Victor Vasarely sono saturi e brillanti. Soprattutto verso il centro, dove l'illusione di tridimensionalità è più forte, i toni sono intensi. Verso gli angoli del quadrato, invece, gli stessi colori diventano più chiari progressivamente per creare un effetto di arretramento. Le parti angolari sono dipinte con un solo colore che si staglia contro il fondo chiaro. Nei due settori superiori, a sinistra è riprodotta una griglia verde, a destra una griglia rosa. In basso, al contrario, i colori sono invertiti specularmente come anche la stesura del colore. Sono, invece, le parti interne dei cerchi ad essere colorate. Sulla superficie della sfera vengono riprodotti gli stessi colori presenti agli angoli, con tonalità più accese. Gli spazi chiari vengono, poi, colorati in blu, nei settori di sinistra e in viola in quelli di destra.  
Valenza Andrea, Tutti i diritti riservati 2020
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